mercoledì 27 aprile 2011

al lavoro!

"Non c'è nulla di male nell'avere grandi pretese, ma c'è solo una vita da vivere. Se non accetti quel che la vita ti offre, non ti resta che appoggiarti alla fantasia: a lungo andare, essa è saporita e nutriente esattamente quanto il buco delle ciambelle." (Cit. "Su con la vita, Charlie Brown!")

mercoledì 6 aprile 2011

que que natora

Un discorso da incorniciare + delirio spiccio

http://www.youtube.com/watch?v=lwoGAS6YXZA

Pazzia di massa, un'espressione significativa. Un grosso magnete posto nel baricentro della terra ci attrae.
La nostra percezione è che siamo attratti ciascuno dalla vita degli altri, che assurgiamo a modello o ideale della nostra. Forse la realtà è diversa dalla nostra intuizione: siamo tutti vicini perchè attratti da una unica forza che ci ricongiunge.Il magnete appunto, l'empatia, che non è tra me e te, ma tra me e l'esterno, tra te e l'esterno. A cosa ci porta l'empatia? All'alienazione dalla cosa in sè, dall'interiorità, dal nostro spazio interno, può darsi. Alla giustapposizione del' immagine di sè con il sè vero e proprio. Infine alla loro sostituzione.
Un paio di riflessioni su questo. La prima è che la sostituzione non è del tutto inconscia come può sembrare, altrimenti questo monologo non sarebbe stato scritto, altrimenti non lo condivideremmo, non farebbe nascere dubbi o più semplicemente non lo capiremmo. Conosciamo il problema, ma questo ci viene alla mente solo in alcuni momenti. Guardiamo o abbiamo guardato tutti la televisione, eppure riusciamo a criticarne il potere illusorio. Un errore certo nasce nel distinguere noi stessi dalla massa, nel ritenerci a un metro da terra, nell'estirparci dal "fascio" dei fruitori di mass-media.
La seconda riflessione, che poi è una replica, è : cosa sarebbe questo Io da cui evadiamo con le nostre proiezioni esistenziali alternative? e se noi fossimo semplicemente Uno, cioè quello che creiamo con la manipolazione quotidiana sul calco dei modelli altrui? La molteplicità delle forme dell'Essere mi consente di spiegare perchè molto spesso mi trovo a tu per tu (per tu per tu) con me stesso, con quello che vorrei divenire, quello che sono da solo, quello che sono con gli altri, quello che sono per effetto degli altri. Non a capire se ne esiste una autentica,di forma, o se sono i miei schemi mentali a esigere costantemente un'unica verità (la Verità).

martedì 5 aprile 2011

Dopo l'indigestione

Prendere un mucchio di scemi sorrisetti complici allo schermo, aggiungere qualche sguardo mesto, qualche bocca semiaperta, qualche fronte corrugata. Indurire con panico riflesso, ipocondria accecante -si ottiene attraverso accurato ping-pong osmotico-, grave senso di inquietudine, ma risate secche e improvvise come starnuti. Nel silenzio della riflessione che segue alla meraviglia, finire con l'impasto iniziale: titoli scarni, bianco su nero, e musica con la Maiuscola. Jazz, lirica, canzonette...poco importa. A patto che sia: un energico e irriverente colpo di spugna sul petto incrostato da uno strato di ruggine spesso un'ora e mezza. A voi, voi e un film di Woody Allen.